Così come cambiano le professioni e il modo di lavorare, allo stesso modo cambia il modo di viaggiare e di soggiornare. Ad oggi il numero di business traveller è in crescita: sono sempre di più i lavoratori che per ragioni professionali devono spostarsi da un luogo ad un altro.
Insieme agli spazi di coworking, nascono quindi realtà di coliving e cohousing: strutture in grado di venire incontro alle esigenze dei business traveller, introducendo nel mondo lavorativo l’idea di “appartamento condiviso”, già radicato nel settore turistico.
A Bologna, CREA S.P.A, per rispondere a queste esigenze, mette a disposizione dal 2017 una serie di appartamenti dotati di tutti i comfort: area meeting, uffici business, pulizia extra, guide locali, wifi gratuito. Gli appartamenti di Ugo Bassi Apartments sono situati in una posizione strategica, a due passi dai maggiori punti di interesse della città, come Piazza Maggiore e Le due Torri.
Coliving e cohousing: quali differenze?
Il coliving dipende strettamente dalla dimensione lavorativa: insieme agli spazi di coworking si mettono a disposizione dei clienti camere o addirittura appartamenti, in una struttura comune.
Il cohousing, all’opposto, è indipendente dalla dimensione lavorativa e si presenta esclusivamente come modalità di condivisione degli spazi.
Origini e buoni esempi internazionali
Queste realtà sono nate nei paesi anglosassoni ed emblematiche sono quelle di Londra e Jersey City: Old Oak (546 micro-appartamenti) e City Urby, una torre che sorge sulle rive dell’Hudson.
In Italia, gli hotel hanno tentato per primi questa forma di coliving, aprendo anche ad utenti esterni l’uso di spazi comuni per il coworking e mettendo a disposizione, oltre al classico home rental, piccoli appartamenti.
Vantaggi nel combinare pernottamento e lavoro
Tuttavia, il concetto vero e proprio di coliving sembra essere preferito dagli utenti, poiché costituisce l’esempio migliore di commistione tra la condivisione di spazi comuni a fini lavorativi, e la comodità di una casa intesa in senso classico (gli utenti, disponendo di una cucina, possiedono maggiore indipendenza), stimolando costantemente, a differenza delle realtà dei residence e degli hotel, la socialità tra i suoi utenti.
I vantaggi di questo tipo di servizi sono numerosi e si legano a quelli del coworking: la sostenibilità – intesa sia in senso ambientale che sociale – è uno dei punti chiave. I coliving spesso consistono nel recupero di spazi disabitati e contribuiscono alla valorizzazione di zone poco frequentate o di degrado; solitamente presentano costruzioni innovative che sfruttano fonti di energia rinnovabile o presentano progetti di risparmio energetico.
Un vantaggio diretto per gli utenti è la riduzione dei costi grazie alla presenza di spazi comuni e alla possibilità di dividere tra più utenti le spese di gestione. Inoltre, nel canone sono quasi sempre inclusi numerosi servizi: tutte le comodità del lavoro da casa (come una connessione wifi veloce), servizi sportivi e ricreativi (palestre, piscine), e servizi di pulizia degli spazi comuni; il tutto conservando l’indipendenza e la comodità che spesso il pernottamento in hotel non fornisce, prevedendo, anche, contratti d’affitto su misura che tollerano il pernottamento breve.
Presentandosi come ambienti sociali, stimolanti e creativi, fonte di arricchimento sociale per la diversità degli utenti che ne usufruiscono, essi combattono l’isolamento sociale di cui sono vittime i giovani adulti che, per motivi di lavoro, si trasferiscono in grandi città.
Sembra che, col tempo, queste realtà andranno a sostituire il coworking, potendo, al suo interno, inglobare sia le esigenze di business traveller, alla ricerca di brevi pernottamenti, che di lavoratori fissi che vogliono continuare a vivere, dopo l’università, in ambienti stimolanti e dinamici.